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mercoledì 13 ottobre 2010

Televisione: Sospensione a Santoro

Rai 2, la seconda rete dell’azienda pubblica Rai, ha una share media del 10%. C’è un programma su Rai 2 che fa il 20% di share e ha toccato punte di 7 milioni di telespettatori: è una media impressionante per la seconda rete. Eppure, la dirigenza Rai non sopporta il conduttore, che sembra avere idee politiche diverse dal padrone di turno, e sottolineiamo la parola “turno”, e, pertanto, cerca in ogni modo di ostacolarlo. Questa è in breve la storia di Michele Santoro e di Annozero.

E’ arrivata oggi la notizia della sospensione di Michele Santoro per 10 giorni, senza retribuzione, a partire dal prossimo 18 ottobre. Salteranno, in tal modo, due puntate del programma di approfondimento del giornalista salernitano. La decisione del DG Masi è motivata dal fatto che Santoro non avrebbe rispettato il contraddittorio in occasione della prima puntata e si sarebbe rivolto in modo offensivo verso i vertici aziendali nella stessa situazione. L’espressione utilizzata da Santoro, “affan…bicchiere”, è stata ritenuta altamente offensiva nei confronti del direttore Masi.

Scatta perciò la censura nei confronti dell’approfondimento giornalistico più redditizio della televisione italiana e, certamente, a rimetterci non saranno né i vertici aziendali, che lasceranno comunque il posto al prossimo cambio di governo, né l’immagine di Santoro, come testimoniato più volte dall’affetto del pubblico da casa. Per due giovedì, a perderci sarà l’Azienda Rai che si ritroverà con due serate di Rai 2 da occupare e che difficilmente renderanno quanto il programma di approfondimento.

Ci si chiede, a questo punto, se sia da rifondare l’intera gerarchia della televisione pubblica visto che a comandare ci sono persone che non subiscono in alcun modo eventuali perdite dell’azienda e che utilizzano sempre più il potere per eliminare l’avversario politico. Basti pensare ai contratti assurdi che vengono firmati in Rai e a come si parli con rassegnata accettazione di lottizzazione dell’azienda tra i partiti.

Oggi, in effetti, la Rai non è né un servizio pubblico, né una televisione commerciale. Ha perso la sua funzione di servizio pubblico quando ha cominciato a trasmettere programmi commerciali o al servizio di partiti e, visti i risultati di ascolto dei programmi televisivi, specialmente nel target 14-64 (quello pregiato), non fa neanche vera e propria televisione commerciale. Oggi la Rai non rappresenta altro che una tassa che i cittadini pagano, un servizio gratuito di quei partiti politici che già ricevono enormi finanziamenti dallo Stato e un’azienda che occupa, pur non apportando nessun beneficio particolare alla comunità, una quota importante nel mercato delle telecomunicazioni che potrebbe essere utilizzata da altre imprese private.

 

Comunicazione del direttore generale Masi

Il provvedimento disciplinare adottato nei confronti di Michele Santoro non può essere in alcun modo considerato riconducibile ad iniziative editoriali tendenti a limitare la libertà di espressione o il diritto di critica.

Santoro si è reso responsabile di due violazioni disciplinari ben precise:

  1. l’uso del mezzo televisivo a fini personali;
  2. un attacco diretto e gratuitamente offensivo al Direttore Generale, per una circolare a garanzia dell’equilibrio all’interno dei programmi di approfondimento informativo, che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione.

Nessuna censura, ribadisco, nessun attentato alla libertà d’informazione. Le responsabilità di Michele Santoro sono esclusivamente di ordine disciplinare nell’ambito di precise disposizioni aziendali che tutti, all’interno della Rai, sono tenuti ad osservare.

Non esistono dipendenti più uguali degli altri o zone franche all’interno delle quali sia possibile garantirsi il diritto all’impunità, tanto più quando si arriva ad insultare il Capoazienda in diretta televisiva con una modalità di contenuti ed espressioni che crea un caso che non ha precedenti al mondo.

Sento parlare da varie parti di sanzione sproporzionata. Questo verrà valutato nelle sedi competenti. Al riguardo osservo che ho applicato puntualmente la normativa vigente. Osservo altresì che di sproporzionato sento tante dichiarazioni che inventano dietrologie e scenari del tutto inventati dimenticando curiosamente il punto fondamentale di tutta questa vicenda . E cioè che milioni di italiani hanno visto in diretta televisiva un dipendente che manda platealmente a quel paese il suo capoazienda. Ciò è totalmente intollerabile in punta di diritto e nel senso comune. Tutto il resto è fuffa.

 

Comunicazione del presidente Garimberti

Di tutto ha bisogno la Rai fuorché di nuove polemiche, ancor più se alimentate al suo stesso interno: tutti, e dico proprio tutti, dovrebbero abbassare i toni e moderare il linguaggio. Tuttavia una spiegazione è dovuta. Il regolamento di disciplina ha una gradualità di sanzioni proponibili: comminare subito il massimo della pena è, l’ho detto e lo confermo, manifestamente sproporzionato, al di là di quelle che possono essere le responsabilità di Michele Santoro. Ritengo dunque di avere, così come i consiglieri, non solo il diritto ma anche il dovere di esprimere il mio giudizio, ferme restando le responsabilità attribuite a ciascuno dalla attuale governance. Questo al di là di qualunque altra valutazione sulla vicenda, compreso l’impatto che l’eventuale sospensione di “Annozero”, peraltro ancora non definita, può avere sull’Azienda.

 

Comunicazione del giornalista Santoro

Gentile Presidente e gentili Consiglieri,
il provvedimento disciplinare assunto nei miei confronti, con una procedura ad personam, è di una gravità inaudita e, contro di esso, reagirò con tutte le mie forze  in ogni sede. Ritengo, tuttavia, che il Consiglio, anche senza entrare nel merito di questa “punizione esemplare”, debba pronunciarsi sulla decisione assunta dal Direttore Generale di metterla in atto cancellando due puntate di Annozero. Una punizione nei miei confronti si trasforma così in una punizione per il pubblico, per la redazione, per gli inserzionisti, per la Rai. E, in questo modo, si spezzano le gambe ad un programma di grandissimo successo, dopo averlo già sottoposto a una partenza ad ostacoli, dopo che ogni settimana deve andare in onda in un clima di tensione, dopo che  Vauro e Travaglio sono costretti  a fornire gratuitamente le loro prestazioni senza che vengano fornite motivazioni di sorta. Considero tutto questo un vero e proprio attentato alla televisione di fronte al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Cordiali saluti.

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